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CARTELLA 10000 LIRE - D.PUBBLICO CONSOLIDATO 5% REGNO D'ITALIA 1917
CARTELLA 10000 LIRE - D.PUBBLICO CONSOLIDATO 5% REGNO D'ITALIA 1917

1917 - CONSOLIDATO 5% LIRE 10.000 - DEB. PUBBLICO REGNO D'ITALIA - ROMA

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1917 - CONSOLIDATO 5% LIRE 10.000 - DEB. PUBBLICO REGNO D'ITALIA - ROMA

Legge 22 Maggio 1915 n. 671 - Regio Decreto 22 settembre 1918 n. 100

Il Regno d'Italia fu lo Stato italiano proclamato il 17 marzo 1861 con l'Unità d'Italia, durante il Risorgimento italiano, in seguito alla seconda guerra d'indipendenza combattuta dal Regno di Sardegna per conseguire l'unificazione nazionale italiana, unificazione poi proseguita con la Terza guerra d'indipendenza italiana nel 1866 e l'annessione dello Stato Pontificio, con la conseguente presa di Roma, nel 1870.

Description

Nel 1867 di grande importanza fu la liquidazione dell’asse ecclesiastico che fu legata al debito pubblico.

L’operazione che constava di un totale di 500 milioni nominali di obbligazioni in due tranches che sarebbero servite all’accettazione per il pagamento dell’acquisto dei beni dell’asse ecclesiastico da privati.

Ma questa non si rilevò un’operazione di successo in quanto già l’anno successivo, 150 milioni della prima tranche furono dati a garanzia alla Banca Nazionale per un anticipo di 100 milioni al Tesoro. Sempre nel 1867 venne istituita una Regìa alla quale fu venduto il monopolio sul tabacco per quindici anni, per un canone annuo da versare all’Erario e mediante un anticipo di 180 milioni in oro attraverso l’emissione di obbligazioni.

Negli anni a venire il Governo puntò a ridurre la spesa per interessi riducendo il deficit di bilancio facendo ricorso ad operazioni di credito con la Banca Nazionale, emettendo una rendita sulla quale, lo Stato pagava degli interessi che gli venivano però restituiti in cambio di denaro contante al sessanta per cento del costo.

Nel 1872 fu stipulata una nuova convenzione da parte della Banca Nazionale che concesse allo Stato italiano un prestito di 300 milioni allo 0,5% di interesse.

Mentre nel primo decennio dell’unità nazionale, per troppi motivi è sfuggito di mano e si è gonfiato il bilancio, dopo la presa di Roma nel 1870, e quindi finito il processo unitario, il Regno e i suoi governanti si sono potuti finalmente concentrare su quel problema che troppo a lungo si è dovuto rimandare, il bilancio e il raggiungimento di quell’obiettivo tanto agognato, quanto pagato caro della Destra storica, ovvero il pareggio di bilancio.

Il 16 marzo 1876, il primo ministro Marco Minghetti, dichiarò al parlamento che finalmente era stato raggiunto l’obiettivo del pareggio di bilancio, due giorni dopo però Minghetti fu battuto in parlamento e si diede vita al periodo che va sotto il nome di Sinistra storica che durerà fino al 1896. Il pareggio di bilancio fu raggiunto soprattutto grazie all’aumento che si riuscì ad avere, tramite le politiche della Destra storica, nell’entrate dello Stato.

Le spese da sostenere dallo Stato furono immense, dovute alla costruzione dell’apparato statale, delle infrastrutture, in special modo nel settore delle rotaie e tutti quei costi che il nascente Regno si fece carico per le necessità esplicate dall’allora ministro dei lavori pubblici Stefano Jacini in questa relazione:

“Negli anni ora decorsi si dovette con urgenza, e diremmo quasi a precipizio, riparare all’inerzia dei passati governi rispetto ai pubblici lavori: aprire nuove vie, estendere e fortificare le difese contro i fiumi, condurre le acque a raddoppiare la fecondità di vasti terreni, far giungere fino alle più remote parti della penisola quel mirabile strumento di civiltà, di progresso e di potenza che è la vaporiera, far sparire le distanze congiungendo con fili telegrafici le mille città d’Italia, perfezionare, ampliare e rendere più rapido e ad un tempo semplice il servizio delle poste, creare una marina a vapore nazionale... E tutte queste opere, che avrebbero in altri tempi alimentata per lunghi anni l’attività di una grande nazione, l’Italia le ha dovute compiere, si può dire, in pochi mesi, non tanto per favorire l’incremento delle operosità e della ricchezza nazionale, quanto per assicurare la sua indipendenza, ... per cancellare rapidamente le tracce delle antiche divisioni, e fondare sopra salde basi la sua unità e la potenza del suo governo”. 

Per questi motivi e per questa scelta “quasi obbligata” di Stato attivo in vari settori dell’economia e delle infrastrutture non si poterono applicare per risollevare il bilancio politiche di tagli.

L’altra soluzione, che fu quella scelta, dagli esponenti della Destra storica, fu quella di agire sul lato del prelievo fiscale.

Il nuovo sistema fiscale che fu adottato dall’unità fu molto più simile al sistema fiscale preunitario del Piemonte e della Lombardia, ma vi furono anche grosse novità.

Le imposte che furono adottate erano di tre tipi: le imposte sui redditi, ovvero l’imposta sui terreni, l’imposta sui fabbricati e l’imposta di ricchezza mobile.

La prima già era preesistente in tutti gli Stati preunitari, e l’unica difficoltà fu l’unificazione del sistema catastale.

L’imposta sui fabbricati invece risultava separata da quella sui terreni soltanto in Piemonte e Lombardia, fu applicata a tutto il territorio con aliquota del 16,25%.

Mentre l’imposta di ricchezza mobile fu una novità per tutti gli ex stati preunitari e andò a colpire ogni tipo di reddito esclusi quelli da terreni e fabbricati.

Altro gruppo di imposte fu quello sugli affari.

Terzo e ultimo gruppo furono le imposte sui consumi, tra cui i dazi doganali e anche le imposte di fabbricazione, tra cui la più famosa e discussa tassa del macinato introdotta con la legge 7 luglio 1868 e abrogata nel 1884. 

Product Details

Place of issue
Roma
Year of issue
1917
Nation of issue
Regno d'Italia
Rarity Index
R7
Quotation Index
S4
scripofilia

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