1948 - BORSALINO - ALESSANDRIA
1948 - BORSALINO - ALESSANDRIA

1948 - BORSALINO - ALESSANDRIA

8905
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100,00 €
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Descrizione

Borsalino Giuseppe e Fratello è un'azienda manufatturiera italiana la cui fondazione risale al 1857 con sede ad Alessandria. Al suo fondatore, Giuseppe Borsalino, si deve la creazione di un particolare modello di cappello in feltro che per antonomasia ha preso il nome di borsalino.

L'azienda, in procedura fallimentare dal 18 dicembre 2017 e con il marchio utilizzato da una nuova società, la Haeres Equita, che ha in affitto il ramo d'azienda dal 2015 garantendo la prosecuzione dell'attività anche successivamente alla dichiarazione di fallimento,[1] nel luglio 2018 è acquisita all'asta curata dai curatori fallimentari proprio dalla Haeres Equita presieduta dall'imprenditore italo-svizzero Philippe Camperio.

Storia

Il 4 aprile 1857 Giuseppe Borsalino avviò in via Schiavina ad Alessandria un laboratorio specializzato nella produzione di cappelli in feltro. Il laboratorio crebbe fino a diventare industria e nel 1888 l'azienda si trasferì nella nuova manifattura di corso Cento Cannoni, progettata da Arnaldo Gardella.

La Borsalino produceva 2.500 cappelli al giorno e il Grand Prix, un importante attestato di qualità vinto all'Esposition Universelle di Parigi del 1900, diffuse la fama del marchio in tutto il mondo.[3][4] La successione di Giuseppe Borsalino fu complicata: l'erede designato, Teresio Borsalino,[5] venne osteggiato dal cugino Giovanni Borsalino, figlio di Lazzaro, che inaugurò una nuova fabbrica di cappelli utilizzando il nome di famiglia.[6][7] Borsalino Antica Casa e Borsalino Fu Lazzaro si fecero la guerra ingaggiando i migliori illustratori dell'epoca: Giorgio Muggiani, Gino Boccasile e Marcello Dudovich realizzarono manifesti che hanno fatto la storia della pubblicità. Furono anni di dure battaglie commerciali ma alla fine la spuntò Teresio e il nome Borsalino tornò ad essere uno solo.[8]

Alla vigilia della prima guerra mondiale Borsalino produceva annualmente circa 2.000.000 di cappelli. La manifattura dava impiego a oltre 2.500 dipendenti, rappresentando una notevole risorsa nell'economia della città piemontese.

La produzione dei cappelli di qualità imponeva l'uso esclusivo di feltro di pelo di coniglio. Questo determinò una ricaduta positiva nell'economia rurale di una vasta regione che vide l'affermarsi di allevamenti domestici, in genere affidati alle donne e ai ragazzi.

All'estero il marchio si diffuse ovunque, conquistando i mercati più importanti: quello britannico e tradizionale della City londinese, con le bombette a marchio Borsalino, ma soprattutto quello statunitense, dove i cappelli prodotti ad Alessandria vennero adottati dallo starsystem hollywoodiano.[9][10][11]

Il suo ridimensionamento avvenne in concomitanza con l'inizio della caduta in disuso dei copricapi formali: la produzione venne trasferita così in un nuovo stabilimento a Spinetta Marengo, frazione di Alessandria. Dopo un cambio di proprietà avvenuto negli anni novanta, la situazione è andata via via peggiorando e neppure il tentativo di utilizzo del marchio in altri settori, come profumi,[12] occhiali,[13] abbigliamento,[14] caschi,[15] orologi[16] e gioielli è riuscita a evitare la richiesta di concordato preventivo con la società coinvolta nel crac finanziario da 3 miliardi di euro dell'imprenditore Marco Marenco.[17]

La procedura è stata poi trasformata nel 2016 in "concordato in continuità" e l'azienda viene da allora gestita da Haeres Equita, fondo partecipato da investitori italiani e stranieri[18][19][20] con presidente esecutivo l'imprenditore italo-svizzero Philippe Camperio.

Nel 2017, in occasione del 160º anniversario aziendale, il Ministero dello Sviluppo Economico del Governo Italiano ha riconosciuto Borsalino tra le ‘Eccellenze del sistema produttivo’, dedicandole un francobollo del valore di € 0,95.[21][22]

Il 18 dicembre 2017 il Tribunale fallimentare di Alessandria respinge una seconda richiesta di concordato preventivo e decreta il fallimento della Borsalino Giuseppe e Fratello Spa.[23][24]

Haeres Equita, titolare di un contratto d'affitto di ramo d'azienda, garantisce la continuità delle attività per ciò che riguarda produzione, promozione e distribuzione delle collezioni Borsalino, mantenendo la manifattura e i dipendenti ad Alessandria.[25] Il 12 luglio 2018, all'asta guidata dai curatori fallimentari, Haeres Equita si aggiudica per 6,4 milioni di euro la Borsalino con lo stabilimento di Spinetta, 130 contratti di lavoro e i diritti delle nove boutique di vendita al dettaglio.[2]

La produzione

La manifattura Borsalino è rimasta negli anni fedele a un processo produttivo che, tramandato di generazione in generazione, rappresenta il valore culturale dell’azienda. I cappelli continuano a essere prodotti ad Alessandria coniugando prospettiva industriale e spirito artigianale. Per i modelli in feltro, creati a partire dalle fibre di pelo, sono necessari più di 50 passaggi manuali e 7 settimane di lavorazione; la realizzazione dei modelli in paglia, intrecciati manualmente, può richiedere fino a 6 mesi per ogni singolo cappello[26][27].

Borsalino ed Alessandria

La dinastia imprenditoriale dei Borsalino contribuì alla realizzazione di importanti opere per la città di Alessandria, quali l'acquedotto, la rete fognaria, l'ospedale civile, il sanatorio e la casa di riposo. L'ex palazzina degli uffici della storica sede dell’azienda, in corso 100 Cannoni, ospita oggi l’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro e il Museo del Cappello Borsalino[28][29][30][31].

Nel 2016 la regista indipendente Enrica Viola ha dedicato un documentario al rapporto fra Borsalino e Alessandria, Borsalino City[32][33][34] che è stato presentato ai festival cinematografici di Torino, Barcellona e Melbourne.

Dettagli del prodotto

Luogo di emissione
Alessandria
Anno di emissione
1948
Nazione di emissione
Italia
scripofilia

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