Si tratta di un’azione emanata per finanziare l’Esposizione Generale Italiana del capoluogo piemontese del 1884. I fondi necessari per l’esposizione vengono raccolti, oltre che con contributi del governo, del municipio di Torino e della provincia, mediante sottoscrizione di azioni da Lire 100 rimborsabili al termine della manifestazione qualora il bilancio risultasse in attivo, nonché con oblazioni a fondo perduto, senza alcun limite di importo. Coloro che sottoscrivono le azioni e le oblazioni possono entrare gratuitamente all’esposizione (le sottoscrizioni a livello nazionale raggiungono la cospicua somma di 1.700.000 Lire). Quella del 1884 è la prima delle due esposizioni che si tengono negli ultimi due decenni dell’800 a Torino, la seconda si svolge nel 1898. L’esposizione del 1884, organizzata dalla “Società promotrice dell’industria nazionale”, viene articolata in otto categorie: Belle arti, Produzioni scientifiche e letterarie, Didattica, Previdenza e assistenza pubblica, Industrie estrattive e chimiche, Industrie meccaniche, Industrie manifatturiere, Agricoltura e materie alimentari.
Partecipano più di 14mila espositori e viene visitata da circa tre milioni di persone. Ma la sezione più avveniristica è sicuramente quella dell’Arte Antica visto che viene abbandonato il tradizionale modello di mostra antiquariale. Gli organizzatori, tra cui figura il pittore portoghese Alfredo d’Andrade, fine conoscitore dell’architettura, della decorazione e dell’arredo del Medioevo e del primo Rinascimento, realizzano un saggio intorno la vita civile e militare del Piemonte nel secolo XV, raccogliendo fabbriche arredate, disposte a modo di Castello (cioè Borgo colla dominante Rocca).
Attraverso questa tecnica sorge un villaggio e un castello sulla falsariga di quelli del Quattrocento. La seconda esposizione cade nel 1898 (dura da aprile a ottobre) in occasione del cinquantesimo anniversario dello Statuto Albertino. Proprio per commemorare questa ricorrenza, il re d’Italia Umberto I, presenzia la cerimonia di inaugurazione. All’evento possono partecipare anche imprese straniere ma solo all’interno della Galleria della elettricità. Alcuni rami dell’industria meccanica estera, non ancora sviluppata in Italia, trovano posto nella Galleria del lavoro. All’interno dell’esposizione viene così organizzata una “Mostra internazionale di elettricità”. L’ultima esposizione generale italiana è un successo con 8mila espositori, 43 congressi nazionali e internazionali e tre milioni e mezzo di visitatori.
Il documento allo studio oggi ci permette anche di tracciare una breve biografia del pittore e illustratore torinese Celestino Turletti. L’artista nasce nel capoluogo piemontese il 19 febbraio 1845, città dove muore il 23 giugno del 1904. Turletti abbandona presto il lavoro di notaio e frequenta l’Accademia Albertina di Torino. Tra i suoi maestri ricordiamo E. Gamba, A. Gastaldi e A. Lauro. Completa gli studi a Firenze con A. Bignami. Nel 1869 esordisce come incisore e in poco tempo diventa famoso grazie ad alcune opere che riproducono quelle di artisti contemporanei. In questi anni si cimenta anche nelle fotoincisione. Come pittore ottiene un ampio successo grazie a scene di genere a cui dà una spiccata vena ironica. Tra le più famose ricordiamo Memento!, esposto a Torino nel 1872; Martiri della grammatica, esposto a Torino nel 1873; La questua delusa, esposto a Milano nel 1881; Il ritratto in costume, esposto nel 1878 a Torino presso la Galleria Civica d’Arte Moderna.
Questo documento è tra i più belli in assoluto del collezionismo della Scripofilia Internazionale e soprattutto quello italiano. E’ un certificato estremamente raro ed attualmente ha un valore di circa 2.000 euro.