MEDIOBANCA BANCA DI CREDITO FINANZIARIO 10 AKTIEN MILANO 1986
MEDIOBANCA BANCA DI CREDITO FINANZIARIO 10 AKTIEN MILANO 1986

MEDIOBANCA BANCA DI CREDITO FINANZIARIO 10 AKTIEN MILANO 1986

432
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Description

ID: 432

10 AKTIOEN DER SIP

Mediobanca è una banca italiana fondata nel 1946 da Enrico Cuccia. Oggi è presente sui mercati internazionali con le sedi di Parigi, Madrid, Francoforte, Londra e New York.

L'obiettivo che portò alla nascita di Mediobanca era quello di facilitare la ricostruzione necessaria dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Dapprima inserita solo nel contesto del prestito a medio termine, la banca ha in seguito espanso la sua attività nel leasing, nel factoring, nel credito al consumo, nell'intermediazione mobiliare e nella gestione patrimoniale privata, diventando una delle più importanti banche italiane.
Per molti anni è stata guidata dal fondatore Enrico Cuccia, prima come amministratore delegato e poi presidente onorario, giungendo ad identificare la sua persona con l'impresa stessa.
Con il crescere della banca e soprattutto con il ruolo che, a partire dagli anni Sessanta, essa cominciava ad avere nella vita e negli equilibri delle grandi imprese, Cuccia fu sempre inflessibile, nel bloccare ogni pretesa degli azionisti di interferire nelle scelte del management della Banca. In quegli stessi anni Mediobanca cambiò un po' natura: da un lato divenendo il luogo di decisione della questione degli equilibri proprietari delle grandi industrie - Olivetti, Fiat, Montedison, etc. - dall'altra avviando l'acquisizione diretta di pacchetti azionari importanti, il principale dei quali furono le Generali di cui progressivamente Mediobanca giunse a detenere il 13 per cento divenendone il socio di controllo. Altra fonte di pericolo, per Cuccia, era la progressiva presa di influenza della politica sulle partecipazioni statali (tra cui vi erano le BIN (Banche di Interesse Nazionale) azioniste di Mediobanca): cominciato con l'avvento alla segreteria della Dc di Amintore Fanfani a metà degli anni 50, il fenomeno crebbe, si consolidò con l'avvento del centrosinistra all'inizio degli anni '60 e negli anni 70 l'Iri impose in Comit la nomina di Gaetano Stammati, assai legato alla politica andreottiana.
Nel 1982, quando Cuccia aveva 75 anni, l'Iri gli impose le dimissioni e - in un'alleanza tra DC demitiana e PSI craxiano nella presa di possesso della cosiddetta finanza laica - si addivenne al lodo di Giuliano Amato: Antonio Maccanico alla presidenza dell'Istituto e Cuccia presidente onorario. Da questo ruolo Cuccia si difese organizzando la privatizzazione della banca che avvenne nel 1988; con la crisi finanziaria del '92, anzi, Cuccia organizzò tre gruppi di intervento per la privatizzazione delle BIN sottraendole definitivamente al controllo dell'Iri.
Secondo Giorgio La Malfa, il problema di Mediobanca si complicò ulteriormente a meta degli anni 90, quando venne modificata la legge bancaria e fu abolito il principio della separazione fra le diverse forme del credito, che era stato all'origine della creazione di Mediobanca nel 1946: "le banche commerciali furono autorizzate a operare nel credito a medio termine. A partire da quel momento il conflitto di interessi fra le banche azioniste e Mediobanca, che era emerso solo in via sporadica ed eccezionale, diventò un problema quotidiano: Mediobanca divenne il concorrente dei suoi azionisti bancari nelle operazioni per certi aspetti più importanti sia come possibile profittabilità sia come evidenza pubblica. Dopo la morte di Cuccia fu esattamente un conflitto di questo genere che provocò lo scoppio delle ostilità nei confronti di Vincenzo Maranghi"[6].
Gli azionisti della banca si sono per la prima volta nella storia rivoltati contro il management, grazie a un accordo fra Unicredit, Capitalia e i francesi di Vincent Bolloré, portando nell'aprile del 2003 alle dimissioni del successore di Cuccia, Vincenzo Maranghi, per oltre quaranta anni assistente proprio del fondatore, segnando così la fine di un'era per Mediobanca. La banca che per anni si era autoproclamata "contraltare" rispetto alla politica, rivendicando autonomia e indipendenza rare nel panorama italiano, in questo cambio di prospettiva secondo alcuni[7] si è ritrovata legata alla catena del potere e governata da personaggi storicamente associati ai peggiori scandali finanziari del paese.
Tuttavia la nomina alla presidenza di Renato Pagliaro, avvenuta nel maggio del 2010, è stata diffusamente interpretata come un rinnovamento dei valori di autonomia e indipendenza che tradizionalmente distinguono Mediobanca [8][9].
La fusione tra Capitalia e Unicredit ha portato nelle casse di quest'ultima un ulteriore 9% del capitale di Mediobanca in aggiunta al 9% che già possedeva. Per evitare di alterare gli equilibri all'interno del patto di sindacato che controlla Mediobanca, Unicredit si è impegnata a cedere ai componenti del patto la quota portata in dote da Capitalia.
È quotata sulla Borsa Valori di Milano. Al 4 febbraio 2011 risultava essere la terza banca italiana [10] nella classifica delle 15 banche più capitalizzate quotate sulla borsa italiana.

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Product Details

Place of issue
Milano
Year of issue
1986
Nation of issue
Italia
Printer name
Reference
AMMINISTRAZIONE
Rarity Index
R1
Quotation Index
S2
Dimension
scripofilia

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