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UNIONE COOPERATIVA MILANO - UNA AZIONE SERIE A 1890
UNIONE COOPERATIVA MILANO - UNA AZIONE SERIE A 1890

1890 - UNIONE COOPERATIVA MILANO - UNA AZIONE SERIE A - MILANO

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1890 - UNIONE COOPERATIVA MILANO - UNA AZIONE SERIE A - MILANO  
AUTORIZZATA CON DECRETO DEL 27 LUGLIO 1886

Certificati di azioni definitive con versamento di L. 25 cadauna. Raro titolo storico. Splendida grafica con stemma di Milano sul bordo e immagine femminile con bilancia. Timbri e firme del Presidente, del Consigliere e del cassiere. Stampato dallo Stabilimento Civelli di Milano.

Description

COSTITUITA IN DATA 27 LUGLIO 1886 ED AUTORIZZATA CON DECRETO DEL R. TRIBUNALE DI MILANO

Nel 1876 nasce a Milano la prima Unione cooperativa; a Imola c’è già l’Altare, definita «il modello delle società cooperative veramente capace di operare la trasformazione del presente regime capitalistico »; c’è la Società per la fabbricazione delle maioliche e delle stoviglie di Forlì, che anch’essa «è eminentemente democratica». E a Milano è nata, da uno sciopero e per iniziativa della Società mutua e di miglioramento dei muratori aderente al Partito Operaio, la prima Cooperativa di costruzione, gloriosa capostipite. Ed è sempre a Milano che il 13 ottobre 1886 si tiene il primo congresso dei cooperatori italiani, «vi emergono in varia misura orientamenti liberali, cattolici, radicali, operaisti, socialisti », scrive Zangrandi. E’ nata La Lega nazionale delle cooperative. Ed è già forte anche un movimento cooperativo dei braccianti, soprattutto in Emilia Romagna (nel Ravennate è il tempo di Andrea Costa, «con lui il socialismo diventerà la molla del moto di rigenerazione che investirà tutta la società e darà dignità umana alle masse dei contadini»).

Niente di regalato. L’associazionismo operaio e bracciantile non opera certo in un clima favorevole. Il secondo congresso del Partito socialista rivoluzionario che avrebbe dovuto tenersi a Ravenna nell’agosto 1883 è impedito dalla polizia, Andrea Costa deve fuggire all’estero, una repressione durissima si scatena contro i movimenti che agitano le campagne in Lombardia, in Emilia, nel Polesine.

Tre anni più tardi, lo stesso Andrea Costa così descriverà la situazione italiana: «Il voto amministrativo negato; la legge sugli infortuni respinta; la libertà dello sciopero manomessa col carcere; certi diritti, accordati dalla legge alle società cooperative, calpestati ogni giorno».

Niente di regalato. Tutto conquistato con lacrime, sudore e sangue. Alla testa del movimento cooperativo di fine Ottocento, c’è il Partito socialista; in prima fila i suoi dirigenti più noti - Andrea Costa, Nullo Baldini, Camillo Prampolini - ma anche migliaia di suoi cooperatori impegnati in diverse regioni. In Europa da quasi cinquant’anni si aggira il famoso Spettro; ed il testo più conosciuto di Marx sulla cooperazione è semplice e chiaro.

Al «cieco dominio delle leggi dell’offerta e della domanda, che costituiscono l’economia politica della borghesia», Marx oppone «la produzione regolata dalla previsione sociale, che è l’economia politica della classe operaia». E cita esplicitamente come conquiste anche di principio i progressi del movimento cooperativo inglese. Marx tra i muratori.

Sul finire del secolo, la Lega è forte di oltre 2000 soci, il suo giornale “La Cooperazione italiana”, è una voce che si fa sentire; ma, ancora una volta, non è affatto così pacifico e scontato. «Nel maggio 1898 la situazione precipita e con le altre associazioni politiche e sociali dell’estrema sinistra vengono sciolte, liquidate, incriminate decine e decine di cooperative» (comprese quelle cattoliche, nate nel frattempo). E’ il tempo di Umberto I e Bava Beccaris.

Ma il movimento cooperativo non lo fermano.

Nel 1903 viene creato il Consiglio superiore del Lavoro e la Lega è ammessa, con tre delegati, a rappresentare il settore della cooperazione.

Con le Camere del lavoro è siglato il “patto” basato sulle tre forme di organizzazione: resistenza, previdenza, cooperazione. Non si contano le discussioni, le diatribe, le polemiche, gli scontri ideologici e politici che costellano anche questo primo periodo della Lega, dentro e fuori. Ma il cammino continua, e piuttosto bene.

Dal 1902 al 1914, le cooperative censite dalla Lega nazionale sono passate dalle poco più di 2000 alle oltre 7000; anche gli iscritti, ormai intorno al milione e mezzo, si sono triplicati. Nel 1911, al congresso del suo venticinquesimo anniversario, la Lega vede per la prima volta la partecipazione ufficiale di Nitti, del ministro della Giustizia Orlando, del sindaco di Roma Nathan. Ma il 1911 è anche l’anno della guerra contro la Libia: la Lega non sbaglia, prende posizione contro la “criminosa avventura” e il suo giornale esce con un commento che ha per titolo “Il delitto consumato”.

 

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Product Details

Place of issue
Milano
Year of issue
1890
Nation of issue
Italia
Reference
IL PRESIDENTE, IL CASSIERE E IL CONSIGLIERE
Rarity Index
R5
Quotation Index
S4
scripofilia

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