1907 - FLORENTINA ARS S.P.A. (Illustratore F....
1907 - FLORENTINA ARS S.P.A. (Illustratore F. Fabbi) - FIRENZE

1907 - FLORENTINA ARS S.P.A. (Illustratore F. Fabbi) - FIRENZE

11148
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1907 - FLORENTINA ARS S.P.A. (Illustratore F. Fabbi) - FIRENZE
Costituita il 14 Agosto 1906

Splendido titolo storico della società fiorentina per lo sviluppo delle industrie artistiche fiorentine. Titolo al portatore di 5 azioni per lire 125. Firenze, ottobre 1907. Stampato dallo Stabilimento Spinelli di Firenze - Illustratore F. Fabbi. Firme originali dei due amministratori.

Descrizione

FABBI, Fabio

Nacque a Bologna il 18 luglio 1861 da Giuseppe ed Emilia Negri. Nel 1876 ottenne "onorevoli menzioni" in varie discipline (scultura statuaria, ritratto dal vero, elementi di figura, copia da stampa) come allievo della r. accademia di belle arti di Bologna (cfr. Stivani-Borgogelli, 1981). Trasferitosi subito dopo a Firenze, frequentò i corsi di scultura presso l'accademia di belle arti, sotto la guida di Augusto Rivalta, attingendo alla sua maniera verista, in direzione di un eclettismo accademico, venendo a contatto anche con la tradizione ritrattistica fiorentina, fortemente influenzata da Giuseppe Bezzuoli. Si licenziò nel 1880 (l'anno seguente fu menzionato al concorso governativo di incoraggiamento) e nel 1883 per il bassorilievo dal titolo Una questione d'onore ottenne il premio governativo dell'accademia di Firenze (di proprietà della stessa; cfr. De Gubernatis, 1889, p. 189).

Ai primi anni dell'attività del F. risale l'illustrazione di numerosi almanacchistrenna quasi sempre in collaborazione con il fratello Alberto (cfr. Almanacchi e strenne..., 1985).

A da collocarsi al 1886 il primo di una serie di numerosi viaggi compiuti in Egitto e in altri paesi dei Mediterraneo, cui si riconnette in modo significativo sia la sua produzione artistica sia quella del fratello Alberto, che soggiornò all'estero ancora più del Fabbi.

Il F., rappresentante di quella corrente pittorica orientalista riconducibile in arca emiliana ad Alberto Pasini, esercitò lungo l'arco di una attività trentennale una costante adesione al genere pittoresco, associando ai temi dell'esotismo e del viaggio un bozzettismo rapido e vivace.

Tra i pochi dipinti del F. di cui si conosce la collocazione si ricordano due oli su cartone, Moschea (Bologna, Gall. com. d'arte moderna), e una veduta bolognese, Quattro torri (di propr. della Cassa di risparmio, cfr. Varignana, 1972). Il resto delle opere del F., per lo più in collezioni private, è di difficile reperimento, anche per via dei titoli approssimativi e dei soggetti ripetitivi. La più importante fonte per la documentazione fotografica resta il catalogo della mostra tenutasi nel 1981 alla galleria Il 2 di Quadri di Bologna, che possiede varie opere del Fabbi.

Nel. 1888 il F. espose alla mostra del Circolo degli artisti di Firenze Un terrazzo ad Alessandria (ill. in Stivani-Borgogelli, 1981, tav. XI), dal taglio fortemente fotografico, Donna araba, Il vasaio, Vecchio musulmano. All'Esposizione internazionale di Monaco fu premiato per i dipinti La vendita di una schiava (ibid., tav. V) e I sette peccati mortali. È databile alla fine degli anni Ottanta la decorazione del fumoir del villino Sorani a Firenze con sei grandi tempere di soggetto orientale (ibid.), come anche L'Egitto, album di ricordi e disegni originali pubblicato da Alinari, Firenze s.d. (De Gubernatis, 1889, p. 190). Nel 1896 collaborò alla rivista fiorentina Fiammetta, realizzando nel 1897 il manifesto del periodico.

Si dedicò in quegli anni anche ai quadri di soggetto religioso; infatti, accanto al Santone musulmano, nel 1896 presentò a Firenze all'Esposizione dell'arte e dei fiori l'Annunciazione e Cristo deriso (cfr. L'Ill. ital., 11 apr. 1897, pp. 232, 238). Mantenne sempre costanti e vivaci i rapporti con l'Emilia; firmò con il fratello Alberto un S. Giovanni decollato, probabilmente compiuto alla fine dei secolo, nella basilica arcipretale di S. Giovanni in Persiceto e un Sacro Cuore con s. Antonio abate e s. Antonio Maria Zaccaria fondatore dei barnabiti (1902) per la chiesa di S. Antonio Abate di Bologna.

Nel 1893 fu nominato professore a Firenze, nel '94 accademico a Bologna e nel 1898 divenne cavaliere della Corona d'Italia. Nel 1899 partecipò al primo dei concorsi banditi da Vittorio Alinari sul tema "Madonna con Bambino", presentando due quadri (Mammina e Madonna alla spiga); nel 1902 fu presente al secondo concorso sul tema "Alla vita della Madonna" (insieme con G. Costetti, A. Martini, G. Kienerk) ed, infine, nello stesso anno elaborò per La Divina Commedia nuovamente illustrata da artisti italiani tre quadri ad olio dedicati al XIII canto del Paradiso. Del F. è inoltre il grande quadro Morte di Anita Garibaldi degli inizi del '900 (Firenze, Biblioteca ed Archivio del Risorgimento).

Nel 1906 presentò alcuni modelli di medaglie eseguiti con la tecnica della cera persa alla Mostra internazionale del Sempione di Milano. Nel 1911 partecipò all'Esposizione d'arte cristiana moderna di Parigi, accanto agli scomparsi P. Puvis de Chavannes, E. Carrière e a M. Denis. Collaboratore della Bemporad di Firenze, illustrò insieme con altri disegnatori, soprattutto toscani, la trilogia di L. Rasi (Il libro dei monologhi, Il secondo libro dei monologhi, Milano rispettivamente 1888 e 1893, e Illibro degli aneddoti, Modena 1890).

Nel 1900 collaborò con vignette alla rivista bolognese Italia ride; realizzò le tavole per Firenze sotterranea (Firenze) di Jarro [Giulio Piccini], dove espresse una sottile vena realistico-umanitaria, interpretando il testo "con occhio fotografico e trasfigurato insierne" (Pallottino, 1988, p. 190). Tra il 1898 e il 1905 fu autore di numerose cartoline di cui si Isegnalano le serie Divina Commedia, Finis seculi XIX, Domine (cfr. Arrasich, 1985).

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