La Ipposidra (il cui nome deriva dall'unione dei termini di lingua greca ippos, cavallo, e idra, acqua) era una ferrovia a trazione animale concepita da Carlo Cattaneo per il trasporto via terra delle barche impiegate sul Naviglio Grande tra Tornavento a Sesto Calende lungo il corso del Ticino, funzionante dal 1858 al 1865.
Lo sviluppo di questa particolare via di comunicazione venne intrapresa per migliorare il trasporto delle merci tra il Lago Maggiore e Milano. La tratta iniziale veniva percorsa in 10 ore dalle imbarcazioni fluviali attraverso il Naviglio Grande, ma il ritorno si rivelava un'operazione che richiedeva anche settimane di tempo. L'utilizzo dell'Ipposidra avrebbe dovuto aggirare tutto questo, in quanto le navi, una volta giunte a Milano, sarebbero state inviate presso il bacino idrico di Tornavento, caricate sui vagoni trainati da cavalli e inviati lungo una strada ferrata fino a Sesto Calende, presso il Lago Maggiore. La percorrenza avrebbe richiesto 18 ore.
La sua realizzazione fu ostacolata inizialmente dal governo austriaco, che nel 1846 proibì la costruzione dell'Ipposidra perché non voleva ferrovie private nel proprio territorio. Nel 1848, dopo la cacciata degli austriaci dalla Lombardia, Cattaneo ottenne i permessi di costruzione, ma i lavori furono nuovamente bloccati dal ritorno degli austriaci. Nonostante ciò, il patriota italiano non demorse e nel 1850 ottenne finalmente il permesso di costruzione. L'inaugurazione avvenne però solo nel 1858 a causa della mancanza di fondi.
L'Ipposidra rimase in servizio fino al 1865, quando venne chiusa per fallimento, in quanto scarsamente utilizzata dalle barche in transito, a seguito dell'apertura delle ferrovie Arona-Novara e Milano-Sesto Calende, che posero fine definitivamente al trasporto merci sulle acque del Ticino e dei Navigli. Oggi ne sopravvivono pochi resti del percorso in trincea, ponti e qualche termine. Tutto il materiale rotabile e i binari fu venduto alle stesse ferrovie. Le stazioni di partenza e arrivo furono distrutte in seguito.