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1946 - PRESTITO DELLA RICOSTRUZIONE 5% - TITOLO...
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1946 - PRESTITO DELLA RICOSTRUZIONE 5% - TITOLO...
1946 - PRESTITO DELLA RICOSTRUZIONE 5% - TITOLO 10.000 LIRE - ROMA (Luogotenenza, marrone)
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1946 - PRESTITO DELLA RICOSTRUZIONE 5% - TITOLO 10.000 LIRE - ROMA (Luogotenenza, marrone)

1946 - PRESTITO DELLA RICOSTRUZIONE 5% - TITOLO 10.000 LIRE - ROMA (Luogotenenza, marrone)

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1946 - PRESTITO DELLA RICOSTRUZIONE - LIRE 10.000 - RENDITA 5% - ROMA

D. L. L. 22 Febbraio 1946 n. 43

Il Prestito della Ricostruzione del 1946 è stato un'iniziativa finanziaria promossa durante il periodo della Luogotenenza nel Regno d'Italia. Questo periodo fu caratterizzato dalla mancanza di un re a pieno titolo e da una transizione politica significativa, in quanto il paese stava affrontando il processo di ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Descrizione

Il prestito consisteva in titoli provvisori al portatore emessi a Roma. I titoli avevano diversi tagli, che andavano da 1.000 a 100.000 lire, e presentavano varie colorazioni per distinguere i diversi tagli e facilitarne l'identificazione.

I documenti del prestito presentavano una filigrana circolare a inchiostro con la scritta "redimibile 3,50%". Questa indicava il tasso di interesse del prestito e la possibilità di rimborsare il capitale in futuro. La presenza della filigrana serviva come misura di sicurezza per prevenire frodi o falsificazioni.

Alla parte posteriore dei documenti era presente un timbro a inchiostro della banca emittente e la data di emissione. Questi elementi contribuivano alla tracciabilità e all'autenticità dei titoli.

Durante la Luogotenenza, Umberto II svolse le funzioni di capo dello Stato senza tuttavia possedere la dignità di re. Egli ricoprì il ruolo di Luogotenente del regno, dimostrando una maggiore attenzione verso lo Stato stesso piuttosto che verso la figura del re. Questa scelta di radicare il legame con lo Stato piuttosto che con la figura del re fu mirata a guadagnare la fiducia degli Alleati e a promuovere una transizione politica pacifica.

Successivamente, tramite un referendum, fu data al popolo italiano la possibilità di scegliere tra la Monarchia e la Repubblica come forma di governo. Il risultato del referendum portò alla nascita della Repubblica Italiana.

In questa fase storica Umberto, dunque, esercitò le funzioni di capo dello Stato senza tuttavia possedere la dignità di re.  Egli fu Luogotenente del regno e non del Re, proprio a radicare il legame più con lo Stato che con la figura del Re. Umberto II guadagnò così la fiducia degli Alleati e lasciò che fosse il popolo italiano, attraverso il referendum, a decidere per la Monarchia o la Repubblica.

Umberto II di Savoia
Umberto II di Savoia

Il contesto storico

La guerra civile in Grecia fu uno degli aspetti più dibattuto verso la fine della Seconda Guerra mondiale. Già nel 1944 Winston Churchill, insieme ad Anthony Eden, avevano deciso di passare alcuni giorni nella capitale greca per organizzare una resistenza ai focolai comunisti che attendevano una decisione da parte di Stalin.

La Grecia infatti sarebbe stato uno dei territori più importanti nei futuri equilibri europei. E sulla Grecia Churchill avrebbe giocato la sua maggiore influenza. In Italia, invece, la guerra civile scoppiata dopo la fondazione della Repubblica Sociale, non destava particolari preoccupazioni agli alleati.

Gli occhi sull’Italia

La lotta in questo caso era fra gli Alleati che sostenevano la resistenza e i tedeschi che appoggiavano la Repubblica di Mussolini. Ovviamente gli Alleati si erano posti il problema di cosa sarebbe accaduto all’Italia dopo la guerra. Churchill aveva manifestato l’interesse affinché la monarchia continuasse a rappresentare il paese, magari con funzioni ancora più limitate.

Roosevelt invece propendeva per una soluzione repubblicana ma aveva deciso di lasciare all’alleato inglese prevalenza nelle decisioni riguardanti il Mediterraneo. In Italia, Pietro Nenni, leader del Partito socialista, e il partito d’Azione chiedevano a gran voce la convocazione di un’Assemblea costituente.

Togliatti, invece, rientrato dall’Urss manteneva una posizione neutrale, osservando gli avvenimenti, secondo i suggerimenti di Stalin. Ma anche prendendo alcune posizioni in favore della repubblica per non lasciare solo a Nenni la possibilità di indossare l’abito del repubblicano.

I sostenitori monarchici, che avevano ancora una certa influenza nel paese, erano consapevoli che Vittorio Emanuele III non era più popolare fra i suoi sudditi. Si doveva cercare una soluzione in poco tempo. E fu Enrico De Nicola – come scrive Ludovico Incisa di Camerana nel suo libro “L’ultimo re, Umberto II di Savoia e l’Italia della Luogotenenza” pubblicato da Garzanti – a trovare la soluzione.

Verso la Luogotenenza

L’avvocato, futuro primo presidente della Repubblica, ricordò che la Luogotenenza era già stata utilizzata in passato. Essa era quindi una possibilità contemplata nella storia dei Savoia.
Vittorio Emanuele III non era convinto. Tuttavia alla fine accettò di firmare il decreto attuativo della luogotenenza dopo la liberazione di Roma.

La capitale venne liberata il 4 giugno del 1944. Il giorno dopo un generale americano in maniche di camicia obbligò il re a firmare il decreto nella residenza di Ravello. La Luogotenenza era la penultima carta dei monarchici. Mentre l’ultima fu l’abdicazione di Vittorio Emanuele III in favore del figlio Umberto.

La Luogotenenza di Umberto II

I repubblicani capirono che Umberto II sarebbe stato un alleato contro Badoglio. Così lo convinsero, senza troppi problemi, ad appoggiare Ivanoe Bonomi alla Presidenza del Consiglio. Subito dopo Umberto firmò il decreto che prevedeva la costituzione di un’assemblea. Essa avrebbe scritto la nuova Costituzione, e il referendum che avrebbe deciso le sorti della monarchia.

Umberto era un gentiluomo e non avrebbe mai difeso con forza estrema la monarchia, forse non voleva nemmeno governare e quando il referendum decretò la vittoria della Repubblica. Accettò quindi l’esilio per evitare qualsiasi tensione fra repubblicani e monarchici. I primi erano maggioritari al nord e i secondi al sud.

Umberto II al seggio
Umberto II al seggio

La giovane Repubblica Italiana

L’Italia comunque stava vivendo molti conflitti e i governi della giovane repubblica già dimostravano fragilità e precarietà che avrebbero contraddistinto la successiva storia politica del paese.

Ferruccio Parri governò per sei mesi. Mentre il governo De Gasperi, grazie all’intelligenza del Primo ministro, durò di più e trovò il modo di convivere con i comunisti comandati da Togliatti.

La situazione economica dell’Italia era disastrosa. I problemi da affrontare erano immensi, non solo dal punto di vista politico ed economico ma anche sociale. Molte questioni che riguardavano la giovane democrazia facevano ben sperare, c’erano infatti molti fervori per un futuro migliore.

Ma altre situazioni, soprattutto per ciò che riguarda la ricostruzione economica e l’epurazione, mostravano sfide importanti.
La storia della Luogotenenza racchiude molti elementi che si sarebbero ritrovati negli anni successivi. Il libro di Camerana li condensa tutti con un racconto ricco di spunti e pieno di riferimenti storici suggestivi.

Dettagli del prodotto

Luogo di emissione
Roma
Anno di emissione
1946
Nazione di emissione
Italia
Nome stampatore
istituto Poligrafico dello Stato Roma
Indice di rarità
R5
Indice di quotazione
S5
scripofilia

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