Già dalla metà del 1800 nelle maggiori città europee esistevano giardini zoologici ben avviati. Gli imperi coloniali come Inghilterra, Belgio, Spagna, Portogallo e Germania potevano facilmente approvvigionarsi di animali esotici dai loro possedimenti oltremare. Ispirandosi al modello degli altri paesi, anche in Italia sorse in alcuni volonterosi l'idea di allestire in Roma un giardino zoologico. Sotto l'egida degli avvocati Riccardo Villanis ed Ettore Ferrini fu fondato un comitato dei promotori, che annoverò nel suo organico esecutivo soci illustri quali personaggi della vita politica nazionale. II Comune di Roma, associandosi all'iniziativa, concesse l'uso di un'area di 10 ettari tra villa Borghese e 1 Parioli. Per finanziare l'impresa nel 1909 fu fondata una società anonima con un capitale di 1 milione di Lire, diviso in titoli al portatore di tagli da 1, 5, 10 e 50 azioni di 100 Lire cad., di vari colon. I lavori per l'impianto dello Zoo iniziarono con grande fervore nello stesso anno, poiché i soci fondatori vollero far coincidere la sua inaugurazione con il 50° anniversario della proclamazione del Regno nel 1911. Sia per le consulenze della sistemazione architettonica del giardino, sia per la fornitura di animali, la società si assicurò la collaborazione del più noto specialista del settore, il tedesco Carl Hagenbeck. Così il 5.1.1911 il sindaco di Roma Ernesto Nahtan, accompagnato da una folla di curiosi, inaugurò il più grande giardino zoologico d'Italia. Forse per la cattiva amministrazione da un lato, forse per lo scoppio della I Guerra Mondiale dall'altro la gestione del giardino passò al Comune di Roma e la società venne liquidata.
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