BANCA BIELLESE - UNA AZIONE - BIELLA 1924
BANCA BIELLESE - UNA AZIONE - BIELLA 1924

1924 - BANCA BIELLESE - 1 AZIONE - BIELLA

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1924 - BANCA BIELLESE - 1 AZIONE - BIELLA 

COSTITUITA COL CAPITALE ORIGINALE DI LIRE 1.000.000 AUMENTATO A LIRE 10.000.000 PER DELIBERAZIONE DELL'ASSEMBLEA 28 AGOSTO 1918. 

BIELLA - 1 GENNAIO 1924

Description

With the industrial development of the nineteenth century, the Biellese became the most prestigious center for the production of woolen products. It was necessary to support this activity the creation of a bank in the territory. The same was formed on September 25, 1869. Among the promoters was the well-known character Quintino Sella (1827-1884) who was three times Minister of Finance of the Kingdom of Italy. In 1886, Quintino created the famous Banca Sella.

La storia della banca è lo studio dello sviluppo delle banche e dell'attività bancaria nei secoli, considerando come banche gli enti di varia natura che si sono occupati in modo sistematico del deposito e del trasferimento di denaro, nonché della concessione di prestiti.

Antichità e primo Medioevo: banche e templi

Antichità

Sia presso i Babilonesi sia presso i Greci i templi furono importanti prestatori. Da un lato essi prestavano quanto ricevuto in offerta dai fedeli; inoltre, grazie alla loro sacralità e inviolabilità, all'interno del recinto dei templi venivano collocati anche i "tesori", ovvero gli edifici che custodivano le riserve auree e argentee degli stati. Il santuario, a sua volta, avendo a disposizione queste grosse quantità di denaro, le prestava su interesse.

Tipici esempi di questi santuari-banca furono l'E-babbara di Sippar (dedicato a Šamaš) in ambito mesopotamico, l'Artemisio di Efeso e il Santuario di Delfi nella Grecia classica, il santuario di Apollo a Delo in età ellenistica.

A un livello più basso vi erano i banchi dei "trapeziti" (Τραπεζίται) in Grecia e degli argentarii a Roma, i quali svolgevano ufficialmente l'attività di cambiavalute, ma in realtà ricevevano denaro in deposito su interesse, e a loro volta lo prestavano a un interesse più alto.

Un caso particolare fu quello dell'Antico Egitto. Questa civiltà conobbe tardi un'economia monetaria. L'economia si fondava invece sui cereali, che venivano conservati nei granai statali. I pagamenti (a partire da quello degli stipendi) avvenivano mediante "girata" di un quantitativo di cereali[2]. Questi cereali venivano ritirati dal granaio-banca solo quando dovevano essere effettivamente consumati.

Templari e prestatori su pegno

Nonostante la Chiesa avesse introdotto il divieto di prestito su interesse, fra le istituzioni che esercitavano il credito nel Medioevo c'erano i monasteri e soprattutto l'Ordine templare. L'attività bancaria dei Templari era nata dal fatto che gli stessi avessero fortezze ben difese sia in Europa occidentale, sia in Terrasanta, dove custodivano le proprie ricchezze. Perciò i pellegrini e i crociati, sia all'andata sia al ritorno, affidavano il proprio denaro ai Templari del luogo di partenza e ne ricevevano l'equivalente a destinazione, evitando i rischi del trasporto per mare. Il Tempio funse da banchiere e tesoriere in particolar modo per i re di Francia.

Accanto a questi grandi finanziatori c'erano i piccoli operatori di professione. Innanzitutto erano attivi gli ebrei, i quali, a causa del divieto fatto ai cattolici di prestare su interesse e del fatto che invece il commerci e il credito fossero fra le poche occupazioni permesse agli Ebrei, si specializzarono nell'attività di prestatori su pegno.

A partire dalla "Rinascita dell'Anno Mille" nacquero i "comuni" dell'Italia settentrionale, chiamata all'epoca nel suo insieme "Lombardia". E "longobardi" furono chiamati i mercanti e gli usurai che da quell'area si erano diffusi nell'Europa settentrionale. La parola "lombard" indica ancor oggi il prestatore su pegno in alcune lingue dell'Europa settentrionale, mentre Lombard Street è ancora il nome di una delle principali strade della City di Londra.

Fra i comuni dell'Italia settentrionale si distinse quello della Repubblica di Genova, che istituì i primi prestiti, detti compere, fin dal 1149, in cui lo stato impegnava una parte dei redditi ordinari a pagamento del frutto annuo verso una società di cittadini che anticipavano il capitale, obbligandosi a restituire il capitale entro il termine prestabilito.

"Lombardi" ed ebrei furono perciò accomunati nell'antipatia popolare.

Un terzo gruppo dedito al prestito a usura e perciò di cattiva reputazione erano i cosiddetti "caorsini", ricordati anche da Dante.

Lo sviluppo delle compagnie bancarie in Europa

La nascita delle banche private nel Medioevo

Mappa della massima penetrazione in Europa della Gran Tavola dei Bonsignori e degli altri maggiori banchieri della Repubblica di Siena nel XIII secolo

Per buona parte del Medioevo e del Rinascimento la piazza finanziaria più importante del mondo era Venezia.

Rialto rappresentava la quintessenza della ricchezza accumulata e il Campo di San Giacometto era paragonabile alla Wall Street odierna. Venezia aveva il monopolio delle merci che vi transitavano tra oriente e occidente e i carichi arrivavano a San Marco. Vi si commerciava di tutto, dalle pietre preziose alle stoffe più pregiate a qualunque sorta di spezia o bene alimentare e i banchieri finanziavano le operazioni commerciali investendo i soldi loro e dei depositanti. 

Quello che avviene a Rialto nel 1400 è il primo esempio di Borsa Internazionale dove vengono scambiati capitali e finanziati con capitali a rischio attività economiche: siamo alle origini delle Banche di Investimento. 

Va fatto notare che nel 1183 il Doge di Venezia Sebastiano Ziani costringe Federico Barbarossa, con la Pace di Costanza, a rinunciare alla Sovranità monetaria in Italia fino a costringerlo a ritirare le coniazioni imperiali e concedendo alle città il diritto di battere la propria moneta. 

Venezia riesce ad avere il monopolio della moneta sostituendo la propria a quella bizantina e alle altre monete italiane. Il Ducato Veneziano d'oro diventa successivamente la moneta dominante nel grande commercio assieme al fiorino. Venezia aveva di fatto imposto la moneta d'oro dove in cambio riceveva l'argento che trasportava in quantità enormi verso oriente, in cambio ricevendo oro facendo l'arbitraggio sulla differenza dei prezzi. Questo provocò problemi alle bilance dei pagamenti dell'Inghilterra e delle Fiandre. Attorno al 1325-1345 il prezzo dell'oro crolla mentre sale quello dell'argento. Venezia ne ha in grandi quantità a differenza di Edoardo III d'Inghilterra che ha preso in prestito diversi capitali dai banchieri fiorentini Bardi e Peruzzi. Incomincia la gestione di un cosiddetto Non performing loans che portò all'insolvenza delle banche fiorentine e successivamente anche di Firenze nel 1345.

Le banche fiorentine dei Bardi, dei Peruzzi e degli Acciaiuoli, erano ramificate in tutta Europa: la Compagnia de' Bardi, per esempio, aveva filiali a Barcellona, Siviglia, Maiorca, a Parigi, Avignone, Nizza, Marsiglia, a Londra, Bruges, a Costantinopoli, Rodi, Cipro e Gerusalemme. Queste tre compagnie facevano prestiti anche al re di Francia, a quello d'Inghilterra e a quello di Napoli. L'interesse dei fiorentini a finanziare le guerre di conquista dei re d'Inghilterra era collegato al fatto che essi in cambio acquisivano il controllo della lana inglese, necessaria per l'arte della lana di Firenze.

Un altro fattore importante dello sviluppo bancario fu la fine della Casa di Svevia: i comuni italiani si poterono sviluppare pienamente, e con la soppressione dei Templari nel 1318 venne meno un importante concorrente. Alla fine del Duecento la più grande banca europea era la Gran Tavola dei Bonsignori di Siena.

La grande banca non nacque, tuttavia, dai banchi di cambiavalute che facevano prestiti, bensì dalle grandi compagnie commerciali che reimpiegavano i loro profitti dandoli in prestito. Non si trattava perciò di banche "pure", come invece era la Gran Tavola[8]. A partire dalla fine del XII secolo si formò un flusso di capitale che, partendo dalle regioni più ricche di moneta, in particolare l'Italia centro-settentrionale, si dirigeva verso altre regioni d'Europa in cui vi era richiesta di denaro. Tra i primi a guidare questo movimento furono gli astigiani che già da anni frequentavano le fiere di Champagne e che diedero inizio a diverse attività di mercatura e prestito in Francia e nelle Fiandre.

Nel Quattrocento la più importante compagnia bancaria fu il Banco dei Medici, ramificato a Roma, Venezia, Milano, Barletta, Napoli, Pisa Nizza, Avignone, Lione, Ginevra, Parigi, Bruges, Londra, Maiorca, Tunisi, e che faceva prestiti ai Papi, ai re di Francia e d'Inghilterra, ai duchi di Borgogna. Anche nel caso dei Medici la ricchezza era stata accumulata in altri ambiti, grazie al monopolio dell'allume e alla fabbricazione dei panni di lana. Concorrenti dei Medici furono altri banchieri fiorentini come i Pazzi e gli Strozzi, ma anche senesi come i Chigi.

A Venezia era attivo anche il banchiere ebraico Anselmo del Banco che diede origine successivamente alla famiglia dei banchieri Warburg (famiglia) che ebbero un ruolo importante nella creazione della Federal Reserve System, l'odierna banca centrale americana.

Il 1499 è un annus horribilis per Venezia: impegnata in due guerre contemporaneamente, una per terra in Lombardia e una per mare contro gli ottomani, si ritrova pure a dover contrastare il panico scatenato dai fallimenti bancari. In gennaio una corsa al prelievo fa saltare il banco Garzoni, uno dei più importanti della città. È l’ambasciatore di Milano, il vescovo Cristoforo Lattuada, a spiegare in tempo reale quanto stia accedendo. In una lettera mandata a Ludovico il Moro annota: "Questa matina el bancho di Garzoni, quasi primo bancho di questa terra, è fallito". Qualche mese dopo è il turno del Banco Lippomano, racconta il cronista Domenico Malipiero che la Serenissima Signoria decide di sostenere il banco approvando uno stanziamento di dieci mila ducati, utilizzando fondi che lo stato ha ricevuto in prestito da privati.

Il fallimento del Banco ebraico Lippomano (che conta 1.248 clienti, 700 dei quali patrizi) ne fa fallire diversi altri, ad esempio quello di Maffeo Soranzo, che commercia e raffina argento per loro conto, e due banchi di cambiavalute. Intanto il banco Agostini restituisce buona parte dei suoi depositi, mentre si fa sempre più forte la pressione sul banco Pisani, un'altra banca di primaria grandezza che però sopravviverà alla crisi. 

I "monti" e i "monti di pietà"

Negli stessi secoli nacque una nuova istituzione, specializzata nel concedere prestiti al proprio stato. Inizialmente ogni volta che lo stato chiedeva un prestito si formava una sorta di società, detta "monte" o "compera", fra i prestatori. Successivamente le società costituite per i singoli prestiti furono riunite in una sola per ogni stato: sorsero in questo modo il Monte Comune di Firenze (1343) e la Casa delle compere e dei banchi di San Giorgio di Genova (1407), che racchiuse le compere attive fin dal 1149. Nella Repubblica di Venezia i Monti di Pietà senza interessi non nacquero mai in quanto avrebbero sostituito il prestito condotto dai banchi ebrei troppo importanti per la Repubblica stessa. Solamente nel 1806, sotto Napoleone Bonaparte, fu istituito un Banco Pignoratizio Comunale. 

Monti del debito pubblico continuarono a essere costituiti anche nei secoli successivi. Alcuni si trasformarono in banche e proseguirono l'attività anche dopo che non fungevano più da prestatori dello stato, come il Banco di Santo Spirito di Roma (1605) e il Monte dei Paschi di Siena (1624).

Nel Quattrocento i re d'Aragona permisero la costituzione delle Taulas de canvi di Barcellona (1401), Valencia (1407) e Gerona (1445) per raccogliere il denaro da prestare allo stesso re per le sue imprese di guerra e di pace.

Nelle taulas de cambi si ravvisano le prime "banche pubbliche", mentre i "monti" di per sé non sono considerati tali, sebbene a vari monti fosse annesso, dalla fondazione o in seguito, un banco.

Accanto ai monti che facevano prestito allo stato, nel Quattrocento nacquero anche i monti di pietà. Tali istituzioni erano state ideate dai frati francescani con l'intento di sottrarre le persone bisognose alla dipendenza dagli usurai. Il primo monte di pietà è considerato quello di Perugia del 1462, degno di nota per importanza quello di Genova del 1483, che diede poi origine alla cassa di risparmio genovese. Da alcuni monti di pietà hanno tratto origine grandi banche come la Banca Carige, il Banco di Napoli e l'Istituto Bancario San Paolo di Torino.

Product Details

Place of issue
Biella
Year of issue
1924
Nation of issue
Italia
Rarity Index
R3
Quotation Index
S4
scripofilia

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