Per quello che riguarda il Regno d'Italia, il Gran Libro del Debito pubblico venne istituito dalla legge n° 94 del 10 luglio 1861 ("Legge colla quale è istituito il Gran Libro del Debito pubblico del Regno d'Italia"). Ad essa fece seguito, poche settimane dopo, la legge n° 174 del 4 agosto 1861 ("Legge d'unificazione dei Debiti pubblici d'Italia"), con la quale venivano iscritti nel "Gran Libro" i Debiti pubblici dei vari Stati preunitari.
Questi provvedimenti, voluti dal conte Pietro Bastogi, costituirono i primi provvedimenti tendenti ad unificare le finanze del neonato Stato italiano.
Il debito ammontava a circa 2 374 milioni così ripartiti:
Stati sardi: 1 292 milioni
Lombardia: 152 milioni
Parma: 12 milioni
Modena: 18 milioni
Romagna: 19 milioni
Marche: 5 milioni
Umbria: 7 milioni
Toscana: 139 milioni
Napoli: 522 milioni
Sicilia: 209 milioni
Questi debiti vennero convertiti per lo più in rendita consolidata al 5%.
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Con Regno d'Italia si intendono Stati monarchici la cui sovranità territoriale ha riguardato, in periodi diversi, una parte ragguardevole, o la totalità, della regione geografica italiana.
Nella penisola italiana si sono infatti susseguiti diversi regni, i primi dei quali risalenti al Medioevo e successivamente durante il succedersi di varie dominazioni straniere, in taluni casi tali regni vennero indicati come "regno d'Italia" oppure il loro governante venne incoronato "re d'Italia". Nel 1861 il Regno di Sardegna, dopo le annessioni di gran parte delle regioni facenti parte degli Stati preunitari, ha dato vita al Regno d'Italia, uno Stato che divenne pressoché coincidente con gran parte della penisola italiana.