Un documento che ci riporta all’Italia preunitaria, ovvero al 1858. Nello specifico si tratta di cinque azioni al portatore di cento lire cadauna emanate dall’Esploratrice, Società Anonima di Esplorazione e Coltivazione di Miniere di Torino.
La società gestisce le miniere di rame in Valle d’Aosta: La Thuille, Chuc, Servette, Arbaz, Fenis ed Herin; inoltre la miniera di Praly di Pinerolo.
La società ha vita breve: sette anni, dal 1853 alla fine del 1860 quando viene liquidata dopo la revoca delle concessioni. Ma rivediamone brevemente le vicissitudini. L’artefice della nascita dell’Esploratrice è il conte Camillo Benso di Cavour. Il 25 luglio del 1853 la società vede la luce con lo scopo di ricercare e sfruttare le miniere nel Regno Sardo.
I genovesi Giuseppe Brunetti e Gioanni Eyquem ne diventano soci. Tra il 1853 ed il 1854 l’Esploratrice chiede la concessione per lo sfruttamento delle miniere di rame di Challand-Saint Anselme, Champdepraz, Cogne, Fénis, Saint-Marcel, La Thuile e, per quelle di antracite e piombo, Courmayeur.
L’estrazione del minerale a Saint-Marcel parte nel 1855: per la lavorazione del rame (in seguito proveniente anche da Champdepraz), viene recuperato uno stabilimento industriale a Donnas, e qui si pensa di far arrivare la ferrovia Chivasso-Ivrea. Mentre si sta compiendo l’unità d’Italia la società entra in crisi e l’importante stabilimento di Donnas, viene rilevato dai banchieri torinesi Mancardi.
Nel 1873 passa nelle mani della società tedesca Basse e Selve. La Valle d’Aosta ha una storia legata alla ricerca e all’estrazione dei minerali che risale al secondo secolo avanti Cristo, quando i Salassi, popolazione probabilmente di provenienza ligure, iniziano a sfruttare rudimentalmente i giacimenti della zona. Nel XVII e XVIII secolo, le miniere di ferro e di rame, vengono utilizzate per far fronte alle crescenti richieste dell’arsenale sabaudo.
Attualmente le miniere sono tutte dismesse e si trovano in luoghi molto suggestivi con panorami mozzafiato e sono da anni diventate mete che attirano i turisti in quanto coniugano l’interesse per l’archeologia industriale all’opportunità di fare escursioni. Per questo la Regione valle d’Aosta ha recentemente dato il via a un progetto di recupero delle miniere dismesse, con il duplice scopo di dare alla comunità locale il modo per far rivivere le tracce del proprio passato e di riconvertirle in siti di attrazione turistica.
Tra queste ultime annoveriamo le miniere di Brusson e Saint-Marcel che sono capaci di attirare i turisti tutto l’anno. Anche le miniere di Cogne non sono da meno, qui sono ben visibili i resti delle teleferiche per il trasporto del materiale, la funivia per i passeggeri che da Cogne arrivava a Colonna e numerosi fabbricati. Sempre a Cogne, vanno segnalate l’antichissima miniera d’argento di Valeille, quella di rame di Ecloseur e quella di magnetite di Larsinaz.
Interessante è la tappa al centro visitatori del Parco Nazionale del Gran Paradiso Alpinart e alla sua mostra permanente sulla miniera di magnetite di Cogne. Qui si può ammirare l’illustrazione della storia, della geologia, del complesso minerario e dell’attività produttiva. Ma è tutto il territorio valdostano ad essere ricco di strutture sotterranee, impianti, sistemi di collegamento e di trasporto.
Per rendere tutto ciò accessibile e visitabile, la Regione ha realizzato un sistema di percorsi di visita e di accompagnamento con itinerari specifici, di messa in sicurezza dei versanti, di apertura di porzioni di galleria, di strutture museali ed archivistiche specifiche tra cui numerosi centri di documentazione.